martedì 1 maggio 2012

Attacco israeliano in Iran: alcune domande che occorre porsi...

Questa è la sintesi di un articolo di Ari Shavit, uscito su Haaretz il 15 marzo 2012, avuta da Aldo Baquis a Tel Aviv il 23 aprile scorso.

Quanti sostengono un attacco israeliano in Iran devono rispondere in maniera onesta a queste domande critiche:

1. Forse che tutte le strade sono state percorse, al punto che non c'è più alcuna speranza residua che la comunità internazionale fermi i progetti nucleari iraniani mediante un assedio basato su diplomazia ed economia?
2. Forse che è assolutamente chiaro che gli americani non bloccheranno il nucleare iraniano con un bombardamento aereo, nel 2013?
3. Forse che un attacco israeliano provocherebbe un ritardo di almeno cinque anni ai progetti nucleari iraniani?
4. Non è forse possibile che un attacco israeliano in Iran inneschi un conflitto regionale sanguinoso ed un conflitto religioso senza fine?
5. Forse che un contrattacco dell'Iran e degli Hezbollah potrebbe provocare perdite di massa nelle retrovie, in una quantità intollerabile per Israele?
6. Non è possibile che un attacco israeliano non sostenuto dagli Usa metterebbe a dura prova l'alleanza strategica con gli Stati Uniti?
7. Non è forse possibile che la crisi economica che rischia di seguire ad un attacco israeliano in Iran provocherebbe un'ondata di antisemitismo e di antisionismo che rappresenterebbe una minaccia per lo Stato ebraico?
8. Un attacco alla centrale iraniana di Natanz non potrebbe ritorcersi contro quella israeliana di Dimona?
9. Non è possibile che un attacco israeliano metterebbe fine al regime di sanzioni, regalando così all'Iran sia la giustificazione sia la capacità di rilanciare con ancora maggiore energia i propri programmi nucleari?
10. Un attacco all'Iran non lascerebbe Israele del tutto isolato al mondo?


Quanti si oppongono ad un attacco israeliano in Iran devono rispondere in maniera onesta a queste domande critiche:


1. Possono gli israeliani del 21.mo secolo continuare a vivere le proprie vite all'ombra di una nuvola sciita a forma di fungo sulle loro teste?
2. Sarà Israele in grado di far fronte alla sequela infinita di guerre convenzionali che si svilupperanno sui suoi confini una volta che l'Iran diventi nucleare?
3. Sarà Israele in grado di far fronte ad un Medio Oriente nucleare, selvaggio, radicale?
4. Potrà Israele sopravvivere quando gli Stati Uniti cominceranno ad ignorarlo perché costretti a fare una politica di appeasement di fronte alla nuova potenza nucleare emergente, l'Iran?
5. Potrà Israele sopravvivere nell'isolamento diplomatico che gli sarà riservato quando l'Iran nucleare sarà padrone del Golfo persico e detterà il prezzo del petrolio al mondo?
6. Basterà Dimona a far fronte alla nuclearizzazione di Arabia Saudita, Turchia, Egitto (che potrebbe seguire a quella dell'Iran?)
7. Servirà Dimona a far fronte al rischio di un terrorismo nucleare?
8. Saprà Israele misurarsi con una situazione in cui le bombe atomiche iraniane metteranno fine alla pace, o ad ogni speranza di pace?
9. Saprà Israele tener duro in una situazione in cui un Iran nucleare  lo costringa a vivere con la spada in pugno, giorno dopo giorno, con una crudeltà finora sconosciuta?
10. Siamo pronti a scommettere sulla probabilità una-su-cento che una bomba nucleare esploda un giorno a Tel Aviv?


Secondo Shavit, nel marzo 2012 la sensazione a Gerusalemme è che Israele è solo e che il momento della verità è vicino. Sbagliare è vietato. Non c'è più Destra o Sinistra. Non ci sono più guerrafondai né pacifisti. E' l'ultimo crocevia: allora attaccare o no?